I 10 migliori platform su AMIGA

RetroMagazine nr. 42 – Anno: 2023 – Autore: Beppe Rinella

Carissimi fratelli e carissime sorelle che, come me, bevete bibite trovate in giro nella speranza che vi doni incredibili poteri, bentornati alla consueta ListAmiga!

La nostra cara e vecchia Amiga ci ha donato centinaia di giochi meravigliosi, di generi molto diversi tra loro. Alcune tipologie di giochi trovarono particolare fortuna sulla macchina di mamma Commodore, tra queste ci sono senza dubbio i platform game.
Amiga ha offerto a tutti noi un gran numero di platform di qualità davvero eccelsa, tanto che stilare questa lista è stato per me davvero difficile, gli esclusi illustri sono davvero tanti, forse troppi!

Il concetto del platform è davvero molto semplice e basilare e può essere riassunto più o meno così: impersoniamo un personaggio che deve arrivare alla fine del livello, saltando su piattaforme, evitando nemici e pericoli di varia natura.
La bellezza di tanta semplicità è la possibilità di interpretare il genere in modi molto diversi tra loro. Può essere sviluppato puntando più sull’avventura, sull’esplorazione o lo shooting. Il mood può spaziare dall’allegria totale, con livelli pieni di colori e personaggi buffi, a un’atmosfera più seriosa.

Nella lista che vi propongo ho cercato di includere non solo i titoli migliori in quanto a qualità, ma cercando di includere titoli che mostrino le diverse declinazioni possibili per questo genere.

Partiamo quindi con i 10 MIGLIORI PLATFORM SU AMIGA

FIRE AND ICE
Iniziamo con il botto.
In Fire and Ice saremo chiamati ad impersonare Cool Coyote, un Coyote blu che dovrà affrontare 7 livelli con ambientazioni molto diverse tra loro. Per portare a termine ogni livello sarà necessario trovare i diversi pezzi della chiave necessaria per poter aprire l’uscita. Ogni pezzo è custodito da uno dei nemici presenti nel livello, ma non sapremo quali, motivo per cui ci toccherà eliminarli tutti. Per farlo la nostra unica arma sono delle palline di ghiaccio con cui potremo momentaneamente ibernare il malcapitato di turno, per poi poterlo comodamente frantumare in mille pezzi!
Inizieremo la nostra avventura nel livello “artico”, per poi passare alla campagna, l’interno di un castello, il livello subacqueo, la foresta pluviale, un tempio azteco e infine l’antico Egitto dove dovremo affrontare il cattivone Suten.
I livelli sono decisamente estesi e tutti da esplorare, pieni zeppi di nemici e pericoli assortiti.
Graficamente Fire and Ice è una vera delizia, a partire da Cool Coyote animato perfettamente, passando poi per i nemici carini e simpatici solo nell’aspetto. Le ambientazioni poi sono perfettamente caratterizzate e varie.
Nella parte inferiore dello schermo poi è visibile una piccola mappa che ci mostra a che punto della nostra avventura ci troviamo, con un effetto riflesso sull’acqua che è un vero tocco di classe.
Fire and Ice è una gioia da giocare, preparatevi però a un livello di difficoltà non esattamente benevolo, niente di eccessivo ma piuttosto impegnativo.
Ho sempre voluto un gran bene a Fire and Ice e gliene voglio ancora, è un gioco davvero squisito e sprizza amore da tutti i pori!

SOCCER KID
Ne abbiamo parlato su queste pagine nello scorso numero, nella lista dei migliori giochi di calcio, nonostante sia un platform, e che platform.
Nei panni del nostro piccolo campione dovremo recuperare i pezzi della coppa del mondo (finita in frantumi durante il tentativo di furto da parte di alieni collezionisti di trofei) sparsi in cinque diversi paesi: Inghilterra, Italia, Russia, Giappone e USA.
Per portare a termine la nostra missione avremo come arma il nostro fidato pallone con cui percuotere i nemici che tenteranno di ostacolarci. Il protagonista è un vero fenomeno con il pallone tra i piedi, potremo quindi eseguire palleggi, rovesciate, colpi di testa, e altro ancora oltre a poter utilizzare il nostro pallone come trampolino per eseguire dei gran balzi.
Ogni paese che ci troveremo a visitare è composto da tre livelli che si concludono con l’immancabile boss finale. Sparse per i diversi livelli potremo inoltre raccogliere le figurine, undici per ogni paese, completando la collezione avremo accesso a livelli bonus.
Soccer Kid ha davvero tutto, graficamente non perde un colpo, il nostro eroe è ricco di animazioni, ambientazioni e nemici sono ottimamente realizzati e caratterizzati, il tutto scorre senza la minima incertezza. Lungo e impegnativo quanto basta e dannatamente divertente.
Insomma, non c’è davvero alcun motivo per non giocare e rigiocare Soccer Kid!

SUPERFROG
Non si può parlare di platform su Amiga senza citare Superfrog e infatti eccolo qua.
La storia racconta della più classica delle streghe che trasforma in rana il più classico dei principi, rapendo anche la altrettanto classica principessa. Il nostro (non ancora) eroe, triste e sconsolato, ingurgita una bibita (Lucozade, sponsor del gioco) grazie alla quale diventa Superfrog, con tanto di mantello rosso svolazzante e via a salvare la nostra amata.
Niente di particolarmente originale ma non serve esserlo quando, impugnando il joystick, ci si trova davanti un titolo di tale pregevole fattura.
Considerato (e presentato, almeno dalle riviste di settore di allora) la risposta a Mario e Sonic su Amiga, non è né uno nè l’altro, è Superfrog ed è una meraviglia così.
Bello da vedere, grazie a una grafica che è una delizia e senza sbavature, le musiche di un Allister Brimble davvero in forma sono un piacere da ascoltare.
La giocabilità è sopraffina e il livello di sfida fortunatamente più basso dello standard Team17. I livelli che ci troveremo ad affrontare (6 mondi per un totale di 24 livelli) sono estesi e ricchi di segreti da scovare, il livello bonus con la slot machine è un intermezzo tra un livello e l’altro davvero gradevole, il livello sparatutto “Project F” un vero tocco di classe.
Superfrog è un inno alla semplicità e purezza del genere platform, non vuole essere niente di più, non cerca di rivoluzionare niente. Tutto ciò che fa però lo fa dannatamente bene.
Impossibile giocare a Superfrog senza un bel sorriso stampato in volto.

TURRICAN 2
Un capolavoro assoluto, sono assolutamente certo che se stai leggendo queste righe tu l’abbia giocato e tanto anche.
La trama, come spesso succede, è abbastanza semplice e classica: l’imperatore galattico “The Machine” distrugge l’astronave Avalon 1 su cui si trova il nostro eroe Bren McGuire, unico superstite sopravvissuto che, indossando l’armatura Turrican parte in cerca di vendetta.
Turrican 2 è un platform decisamente diverso da quelli visti fino ad ora (e che vedremo in seguito), qui si spara e non si fanno prigionieri, grazie anche al potenziale offensivo di cui siamo dotati. Lungo il nostro cammino troveremo e potenzieremo armi devastanti, tenendo premuto il bottone del nostro fidato joystick partirà una serie di colpi in rapida successione che formano un potentissimo raggio che potremo direzionare a 360 gradi, senza però poterci muovere. Potremo poi trasformarci in una devastante palla rotante indistruttibile che semina mine altamente distruttive. Unica pecca di questa configurazione è la scarsa maneggevolezza (voluta ovviamente, altrimenti sarebbe davvero troppo semplice!). La possibilità di sparare un laser che stermina tutti i nemici presenti a schermo, oltre alla modalità “berserk”, cioè configurazione “palla” e devastazione totale grazie all’uso simultaneo di qualunque arma possibile!
Nella materia “level design”, Turrican 2 sarebbe tranquillamente argomento di esame. I 12 livelli, suddivisi in 5 ambientazioni differenti sono enormi, non solo azione dunque ma tanta esplorazione che richiede sì una certa dedizione, ma regala soddisfazioni come pochi giochi sanno fare, parlo al presente non a caso.
Graficamente, Turrican 2 rasenta la perfezione e non mostra la minima incertezza, anche in fasi in cui il numero di nemici a schermo è davvero notevole. La varietà è poi garantita anche grazie ai livelli shot’em up di ottima fattura, con un piccolo omaggio al classico R-Type mentre partiamo con la nostra astronave. Sono cose che scaldano il cuore.
Il sonoro merita un capitolo a parte, il nome Chris Huelsbeck è garanzia di qualità eccelsa, le musiche che ci accompagnano nel corso della nostra avventura sono semplicemente meravigliose, ascoltare la OST per credere.
Turrican 2 riesce nel non facile compito di migliorare il suo predecessore sotto ogni aspetto, impresa non facile data l’altissima qualità del primo capitolo.
Ci troviamo al cospetto di un autentico capolavoro, l’ho già detto ma lo ripeto, un pezzo di storia del videogioco, non solo su Amiga.

JAMES POND 2 – CODENAME ROBOCOD
Getto la maschera e lo dico subito, questo è uno dei miei videogiochi del cuore, tanti sono i magnifici ricordi che in me fa riemergere. Ma non è dovuta a ciò la sua presenza in questa lista, perchè James Pond 2 è davvero un gran bel platform.
Partendo dalla storia, anche in questo caso nulla di eccezionale: il Dr. Maybe, villain del primo capitolo, prende il controllo della fabbrica di giocattoli di Babbo Natale, imprigionando i poveri pinguini. Il nostro compito sarà quello di liberarli girando in lungo e in largo per i 50 livelli di cui il titolo si compone.
James Pond 2 è un platform semplice ed essenziale, tutto ciò che potremo fare per contrastare i tanti nemici presenti, sarà evitarli o saltarci sopra in pieno stile Mario. L’armatura che abbiamo in dotazione (da qui il riferimento a “Robocop” del titolo, la cui colonna sonora riarrangiata ritroviamo nella presentazione) ci permette inoltre di allungarci a dismisura verso l’alto, fino a quando troveremo una piattaforma a cui aggrapparci, permettendoci così di raggiungere vette indicibili.
Nonostante il gameplay possa sembrare fin troppo banale (trova il pinguino – esci dal livello), la varietà è garantita dalle dimensioni dei livelli, grandi e pieni di segreti da scoprire, insieme a power ups di vario genere come le ali per…beh, volare, l’ombrello per planare oltre a una serie di veicoli che potremo utilizzare qua e là. Macchine, aeroplani e una formidabile vasca volante!
Graficamente James Pond 2 è una vera delizia, pur non essendo altamente spettacolare è tutto adorabile, compresi i nemici che in realtà adorabili non sono. Lo stesso si può dire delle musiche, ottime e perfettamente in tema.
I livelli sono vari e comprendono diverse ambientazioni: i dolciumi, gli orsacchiotti, la musica e tanto altro ancora.
I controlli sono semplici e precisi, il livello di difficoltà non è troppo alto ma portare a termine l’avventura del pesce-robot è tutt’altro che semplice, considerata anche la lunghezza ela mancanza di salvataggi o password che ci consentano di non dover ricominciare tutto da capo ogni volta che inseriamo il floppy (tanta bellezza condensata in poco più di 1Mb!).
James Pond è pura gioia, semplice, immediato, impegnativo, colorato e divertentissimo, cosa si può chiedere di più da un platform degno di questo nome?

LEANDER
Ed eccoci arrivati alla clamorosa opera prima di Traveller’s Tales, Leander, un prodotto di una qualità sopraffina.
Ormai l’abbiamo capito, quando parliamo di platform la trama non è certo ciò che conta di più, molto brevemente: nei panni del cavaliere/principe Leander dovremo affrontare e sconfiggere il malvagio Thanatos per liberare la nostra amata principessa.
Leander unisce alle piattaforme proprie del genere, una massiccia dose di avventura ed esplorazione. Ci troveremo così a girare in lungo e in largo i tre mondi suddivisi in 21 livelli totali, facendoci largo tra nemici agguerriti e altamente spettacolari, alla ricerca di un oggetto specifico che ci permetterà di passare al livello successivo.
Saremmo così immersi nelle meravigliose ambientazioni fantasy di questo capolavoro, ricche di atmosfera e altrettanti pericoli, accompagnati della nostra fidata spada con cui affronteremo ogni sorta di creatura fantastica. In giro per i livelli troveremo preziose monete spendibili nei negozi che incontreremo, dove potremo acquistare armature ed armi sempre più potenti.
Tecnicamente Leander è un gioiello sotto ogni punto di vista, graficamente non ha la minima sbavatura, ci troveremo spesso a fronteggiare mostri di dimensioni colossali quanto letali, le ambientazioni fortemente evocative fanno il resto, creando un’atmosfera davvero immersiva.
Sul fronte audio, l’unico difetto è che saremo obbligati a scegliere tra musiche o effetti sonori, questi ultimi fanno egregiamente il loro dovere, mentre le musiche sono opera del magnifico trio Matthew Simmonds, Timothy Wright e Jon Burton, autori delle grandiose sinfonie che accompagnano il nostro eroe.
Vivere l’avventura di Leander è un vero piacere, la difficoltà è ottimamente calibrata, i ritmi mai frenetici quanto piuttosto ragionati ma non per questo privi di scontri epici.
Leander è un titolo da vivere almeno una volta nella vita, ma una volta terminato scommetto che non resisterete alla voglia di tornare dentro il suo meraviglioso mondo.

RODLAND
Esiste un genere di platform il cui indiscusso capostipite è Bubble Bobble, le cui caratteristiche fondamentalmente sono i livelli a schermata singola dove eliminare i nemici che lo popolano, così da passare al livello successivo, ripulire ancora e così via.
Rodland è praticamente un Bubble Bobble più recente rispetto allo storico padre spirituale, delizioso e piuttosto impegnativo.
Anche in questo caso, sbrighiamo subito la questione trama, anche qui nulla di eclatante: Tam e Rit, le protagoniste, sono due fatine che vivono serene nel loro bellissimo villaggio incantato, fino a quando la loro povera madre viene rapita dai cattivoni guidati da un minotauro gigante, ovviamente le nostre eroine partiranno subito per salvare la madre imprigionata in cima a una torre.
Rodland è la conversione del Coin-Op apparso nel 1990 in sala giochi per poi essere convertito dal 1991 su diverse piattaforme. Su Amiga la conversione è davvero impeccabile, evento non certo frequente per le conversioni da Coin-Op per la macchina Commodore. Rispetto al Coin-Op il numero di livelli è inferiore, qualche piccolo rimaneggiamento grafico c’è ma nulla di eclatante.
Ci troveremo dunque ad impersonare la fatina Tam, con i suoi capelloni rosa e armata di bacchetta magica con cui eliminare i nemici che infestano i livelli. Per farlo potremo colpirli spingendoli indietro oppure imprigionarli in una piccola gabbia magica, per poi sbatterli a terra a destra e sinistra. Avete come Hulk massacra Loki nel primo Avengers? Ecco, così. Oltre ciò, le nostre fatine possono creare una scala da utilizzare come preferiamo, che si rivela in molti momenti un’ottima via di fuga.
Tecnicamente Rodland sprizza Giappone da tutti i pori, grafica coloratissima, tutto è molto carino e zuccheroso, anche le musiche sono più che appropriate per mantenere l’atmosfera da anime giapponese.
Giocabilità ottima, molto semplice ma per nulla facile, il livello di difficoltà infatti aumenta progressivamente fino a diventare piuttosto arduo, saranno molte le situazioni in cui tutto vi apparirà molto meno coccoloso, fidatevi. Da menzionare assolutamente la possibilità di giocare in doppio, il divertimento diventa epocale così come le imprecazioni, infatti con la nostra bacchetta potremmo accanirci contro la fatina (teoricamente) alleata sbattendola qua e là.
Rodland è un coloratissimo dolcetto, un bon bon irresistibile che garantisce abbondante divertimento misto a rabbia estrema!

BC KID
Altra conversione, questa volta non da Coin-Op ma da console, PC Kid (con la “P”) è stata infatti la mascotte del glorioso PC Engine (macchina meravigliosa).
La conversione è opera dei ragazzi di Factor 5, autori dei tre episodi di Turrican su Amiga, dunque garanzia di qualità assoluta. Se poi aggiungiamo le musiche riarrangiate da Chris Huelsbeck, è facile capire il perchè questa conversione sia stata da molti considerata addirittura migliore dell’originale sotto molti aspetti.
In BC Kid impersoneremo Bonk, un piccolo cavernicolo dotato però di una testa enorme che sarà anche la nostra unica arma di offesa. Il nostro compito è quello di eliminare i dinosauri cattivi che popolano i diversi livelli fino ad arrivare al boss finale.
Come menzionato, tutto ciò che avremo a disposizione per sopravvivere sarà il testone del protagonista, e non mi riferisco alla materia grigia. Nel corso della nostra avventura infatti dovremo prendere a testate qualunque cosa si muova e vuole farci del male, cosa che personalmente mi ha dato sempre una certa soddisfazione.
Anche qui, un po’ come Rodland, è tutto meravigliosamente cartone animato giapponese. Tutti i personaggi che popolano il mondo di BC Kid sono esteticamente stupidi e adorabili, il tutto mi ha sempre ricordato un po’ Doraemon come estetica.
Graficamente pulito, colorato e senza la minima incertezza, le musiche assolutamente azzeccate poi sono un piacere per le orecchie.
La giocabilità è ottima, tutto è molto semplice come spesso un platform deve essere ma è divertente come poche cose.
Bc Kid è uno di quei giochi che definisco “con il sorriso”, impossibile non giocarlo sorridendo di continuo, almeno per chi come il sottoscritto è cresciuto a pane e anime giapponesi!
Un titolo assolutamente imperdibile per gli appassionati di piattaforme e non solo.

MR NUTS: HOPPIN’ MAD
La storia di Mr Nutz su Amiga è nota: dato il declino di Amiga ormai inesorabile nel 1993, il titolo inizialmente previsto per la nostra macchina del cuore fu pubblicato per Snes e Megadrive. Si tratta di un buon platform, niente di eclatante ma più che dignitoso. Si decise però di pubblicare Mr Nutz anche su Amiga ma non si trattò di una banale conversione, bensì di un titolo completamente nuovo, escluso il protagonista tutto fu rifatto da zero e il gioco risultò essere completamente diverso dalle controparti su console. Non solo diverso ma migliore.
Nei panni di Mr Nutz, uno scoiattolo antropomorfo, saremo chiamati a salvare il mondo dalle galline aliene (don’t ask).
Questo gran bel titolo è la dimostrazione che per fare un grande gioco non serve sempre essere originali, anzi, in questo caso i ragazzi di Kaiko (Apidya dice niente?) attingono a piene mani dagli assoluti riferimenti dell’epoca in materia di platform: Mario World e (maggiormente) Sonic.
Osservando la mappa tramite cui accedere ai diversi livelli, non è possibile non pensare a Mario World, con la differenza che nel titolo Amiga la mappa è esplorabile alla ricerca di oggetti e personaggi con cui dialogare. Iniziato il primo livello invece, quindi passando al platform vero e proprio, la mente va subito a Sonic. Sia esteticamente che a livello di gameplay è evidente quanto il porcospino blu sia stato qualcosa in più di un’ispirazione. Il ritmo è molto alto (non supersonico, ma comunque veloce) e anche nei livelli bonus che rasentano la psichedelia è evidente l’ispirazione.
Mr Nutz è tecnicamente sontuoso, con una grafica satura di colori estremamente vividi, uno scrolling perfetto, il tutto accompagnato da un musiche ed effetti di ottimo livello.
Il level design è notevole, i livelli enormi e tutti da esplorare, portare a termine Mr Nutz non è affatto semplice e veloce, richiede dedizione e tempo ottimamente speso.
Un titolo imperdibile che dimostra che a volte copiare non è poi così un male.

RUFF ‘N’ TUMBLE
Titolo che può essere considerato il canto del cigno della nostra amata Amiga, e che canto.
Uscito nel 1994, quando ormai il destino di Commodore era ampiamente segnato e le console a 32 bit facevano la loro comparsa, Ruff ‘n’ Tumble è un titolo assolutamente eccezionale.
Nei panni di Ruff Rogers, un bambino finito su un pianeta alieno, dovremo sconfiggere il potente tiranno di turno, oltre a recuperare le biglie smarrite.
Ruff ‘n’ Tumble fa del ritmo adrenalinico il suo punto di forza, grazie ad alcune ottime trovate di gameplay. Il protagonista dovrà infatti sparare a chiunque gli si pari davanti, raccogliendo le suddette biglie che ci permetteranno l’uscita dal livello. Le biglie non saranno le sole cose che dovremo raccogliere, troveremo infatti armi e power up che renderanno le nostre bocche di fuoco altamente devastanti, è proprio nel funzionamento delle armi che troviamo una gran bell’idea: le armi hanno munizioni infinite ma un limite di durata temporale, il che ci porterà a devastare il devastabile nel minor tempo possibile per sfruttare al massimo l’arma in dotazione.
Ruff ‘n’ Tumble è visivamente spettacolare, la grafica è di altissimo livello e tutto scorre liscio senza il minimo rallentamento, nonostante molto spesso lo schermo sarà pieno zeppo di nemici ed esplosioni. Le musiche sono altrettanto ottime, incalzanti e adrenaliniche quanto serve, gli effetti sonori sono perfetti.
Il level design poi è da manuale, i livelli sono enormi e ricchi di segreti, nonostante il gioco imponga una certa frenesia, ampio spazio viene comunque dato all’esplorazione e ricerca di segreti.
I quattro ambienti divisi in 16 livelli totali sono impegnativi, anche per via di una difficoltà non bassa ma mai ingiusta, ogni 4 livelli affronteremo gli immancabili boss, enormi e spattacolari.
Ruff ‘n’ Tumble è titolo da giocare assolutamente, non concede un attimo di respiro e la vostra voglia di distruzione sarà ampiamente appagata.
Uscito fuori tempo massimo, Ruff ‘n’ Tumble è un atto d’amore verso la nostra cara Amiga e dimostra di cosa era davvero capace la macchina di mamma Commodore.

Cari amici e care amiche eccoci giunti al termine di questa ricca lista che, data la quantità e il livello dei tanti platform usciti su Amiga, potrebbe essere decisamente più lunga, sono tanti infatti i titoli che meritano di essere ricordati.
L’invito dunque è sempre lo stesso, venite a trovarci sul nostro sito e sui nostri canali social e diteci la vostra lista.

Un saluto a voi tutti e AMIGA FOREVER!

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