Grundy New Brain, il Sinclair rinnegato

RetroMagazine nr. 41 – Anno: 2023 – Autore: Alberto Apostolo

Da Sinclair Radionics a Thurlby Thandar Instruments
Nel 1975, la Sinclair Radionics (azienda fondata da Clive Sinclair nel 1961) aveva problemi finanziari. Per risolverli, nel 1976 Clive Sinclair si avvalse dei capitali pubblici del NEB (National Enterprise Board) in cambio di un controllo parziale sulla Sinclair Radionics. Nel 1978, il NEB accettò di finanziare lo sviluppo di un personal computer (anche se nello stesso anno stava finanziando la Inmos per sviluppare una nuova archittetura di microprocessore chiamata Transputer). L’anno precedente, macchine come l’Apple II e il Commodore PET avevano avuto un grande successo e si riponeva grande fiducia in Clive Sinclair per promuovere la rivoluzione dei micro nel Regno Unito (in considerazione della sua volontà di produrre dispositivi tecnologici per la gente comune).
L’hardware del computer proposto sarebbe stato progettato da Mike Wakefield e il software da Basil Smith. Ottenuto il via libera, iniziarono a lavorare seriamente al progetto. Nel frattempo, Clive Sinclair stava creando la Science Of Cambridge (che in seguito si trasformò in Sinclair Research Ltd) al fine di avere maggiore libertà d’azione. Inoltre, Clive Sinclair si rendeva conto che quel computer sarebbe costato alla clientela più delle 100 sterline previste.

Fig. 1

Scheda tecnica
System on a chip : Keyboard and one-line VF display chip: COP420 MCU
CPU : 8 bit Zilog Z80A, 4 MHz
Memory : 32 kB RAM (Maximum 2 MB), 24 kB ROM
Display Text modes : 32×25, 32×30, 40×25, 40×30, 64×25, 64×30, 80×25, 80×30
Graphics : Composite video, UHF TV output
Graphics modes : 256×256, 320×256, 512×256, 640×256
Total number of colours : 2
Keyboard : 62 keys
I/O Ports : 2xTape recorder(1200 Baud),Expansion,2xRS-232 (to 19000 Baud)

Nel luglio del 1979, Clive Sinclair abbandonò la Sinclair Radionics per dedicarsi totalmente alla Science Of Cambridge che stava producendo il sistema MK14 e progettando ciò che sarebbe stato lo ZX80. Pochi mesi dopo l’abbandono di Clive Sinclair, il NEB cedette i rami d’azienda TV e calcolatrici della Sinclair Radionics. Nel settembre 1979, il Consiglio di Amministrazione decise di cambiare la ragione sociale in Sinclair Electronics per darsi una immagine più moderna (e forse per snobbare Clive Sinclair). Ma le vicissitudini non erano finite. Nel gennaio 1980, cambiò ancora denominazione in Thandar Electronics e dopo il cambio di governo (da Labouristi a Conservatori) fu venduta alla Thurlby Electronics. Dalla fusione nacque la TTi (Thurlby Thandar Instruments) che ancora oggi produce strumenti elettronici di test e misurazione a Huntingdon (Cambridgeshire, UK).

Fig. 2 e Fig. 3

Dalla Newbury alla Grundy
Il NEB aveva una partecipazione anche nella Newbury Labs (dopo una offerta fatta nel 1977). Tale partecipazione fu venduta nel 1978 alla Data Recording instrument Company (mantenendo però la supervisione). La realizzazione del progetto di Wakefield e Smith (ora denominato NewBrain) passò alla Newbury. All’inizio del 1980, la Newbury era pronta a mostrare tre prototipi, denominati M, MB e MBS, e a discutere il prodotto in pubblico. Dick Pountain, della rivista Personal Computer World, ne fu colpito affermando che il design era significativamente in anticipo rispetto a ciò che si era visto per l’informatica portatile [Smi21]. Il prototipo MB era una macchina compatta con un proprio display e una batteria integrata. Il prototipo MBS avrebbe utilizzato componenti a basso consumo energetico per massimizzare la durata della batteria. La Newbury pubblicizzò le tre unità sulla stampa specializzata per tutto il 1980.
Stranamente, il NewBrain non venne commercializzato nel 1980, probabilmente vittima dei cambiamenti in atto alla Newbury. Con al potere un governo contrario alle nazionalizzazioni, le prerogative del NEB furono ridimensionate (nel 1981, il NEB stesso fu privatizzato e fuso con il National Research Development Corporation per formare il British Technology Group, BTG). In questo periodo l’amministratore delegato di Newbury (Bob Smith) lasciò la società per passare alla Grundy. Nel settembre 1981, Newbury Labs vendette formalmente il NewBrain alla Grundy Business System (recentemente costituita). I progettisti Mike Wakefield e Basil Smith furono assunti dalla Grundy. Poteva sembrare una svendita, ma la cessione del NewBrain unita a un investimento di 235000 sterline fruttò una partecipazione del 30% nella Grundy Business Systems.

Fig. 4 e Fig. 6

Le occasioni perdute e promesse non mantenute
Il ritardo nel lancio sul mercato fu la causa di una serie di occasioni perdute. La più importante fu che l’emittente britannica statale BBC scelse i modelli prodotti dalla Acorn per la trasmissione “Hands on Micros” (anche se si dice che inizialmente intendesse adottare il NewBrain). A differenza della Grundy, probabilmente la Newbury non aveva le capacità per completare e mettere sul mercato il NewBrain. Finalmente il NewBrain fu lanciato dalla Grundy a luglio del 1982 (fig 1). Vennero offerti due modelli: il Model A da 233 sterline (fig.2) e il Model AD da 267 sterline (fig.3). Il modello A aveva 32KB di Ram, un processore Zilog Z80A con clock a 4MHz e porte per una stampante dedicata, comunicazioni e due connessioni per registratori a nastro, oltre a monitor e TV (fig.4). Una porta di espansione sul retro poteva accogliere Ram pack da 64KB, 128KB, 256KB o 512KB. I Ram pack erano dotati di connettori passanti che consentivano di aggiungere fino a 2 MB di memoria, molto più di quanto potessero offrire le macchine concorrenti. Non era prevista la gestione di effetti sonori e la grafica era praticamente monocolore (fig.5). Il modello AD aveva in dotazione un display VFD (Vacuum Fluorescent Display, fig.6) a 16 caratteri (con 14 segmenti) e poteva montare la batteria opzionale (promessa da tempo). NewBrain veniva fornito con un compilatore BASIC per tradurre il software in codice macchina in una volta sola (invece di un interprete). Non era una macchina per principianti. Un utente esperto avrebbe potuto sfruttarla per applicazioni disponibili su macchine più costose. Una versione del sistema operativo CP/M sarebbe dovuta uscire entro il gennaio 1983 (e invece i clienti dovettero attendere molti mesi). C’erano problemi con le porte per i registratori a cassette. Altre periferiche (come i controller per floppy-disk e hard-disk, moduli di espansione e uno speciale alloggiamento multimodulo) furono lanciate sul mercato molto più tardi di quanto annunciato, se mai arrivarono.
Dopo una prima fase di vendite a rilento, l’interesse del pubblico aumentò a Natale 1982 con un numero di richieste superiori alle attese della Grundy. All’inizio del 1983 si decise di decuplicare la produzione ma (a causa dei ritardi nell’uscita delle periferiche promesse) la domanda poi crollò. Basil Smith e Mike Wakefield, che avevano lavorato al NewBrain fin dall’inizio, si licenziarono in quel periodo. Il loro legame con la macchina era così stretto e la loro conoscenza così profonda che sarebbe stato difficile per i colleghi rimasti continuare il progetto. Così la Grundy Business System si avviò alla chiusura nei mesi successivi del 1983. Si stima che fossero stati venduti circa 50000 NewBrain. Le scorte in magazzino furono venute alla azienda olandese Tradecom che le installò nelle scuole dei Paesi Bassi.

Fig. 5

Conclusioni
Forse l’architettura pensata da Wakefield e Smith era un po’ troppo complicata affinché altri potessero lavorare facilmente sul progetto per apportare modifiche e miglioramenti. La mancanza dei colori e degli effetti sonori era un limite gravissimo per la produzione di giochi e di software in generale. Le vicissitudini delle aziende coinvolte nella realizzazione del progetto hanno causato ritardi nella messa in produzione del computer e di importantissimi accessori, scoraggiando il pubblico che (nonostante l’interesse manifestato) ha rivolto poi l’attenzione verso i modelli di altre marche disponibili subito in grande quantità. Poteva essere un computer Sinclair ma così non è stato, influenzando l’evoluzione dei computer immaginati da Clive Sinclair.
In Italia si dice che “la Storia non si fa con i se e i ma” nel senso che non si può cambiare il corso degli eventi passati facendo delle ipotesi. Tuttavia, ho provato a realizzare un piccolo scherzo con Paint per vedere come sarebbe stato un Sinclair “ZX NewBrain”, magari provvisto di colori e suoni (fig.8).

Fig. 8 – E’ solo uno scherzo…
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