Intervista a Kazuhiko Nishi

RetroMagazine nr. 42 – Anno: 2023 – Autore: Takahiro Yoshioka – Trad. Carlo Nithaiah Del Mar Pirazzini

Il fondatore di Microsoft Bill Gates una volta disse: “Di tutte le persone che abbia mai incontrato, Kay (Kazuhiko) è probabilmente la più simile a me“.
Kazuhiko Nishi, nato a Kobe, in Giappone, nel 1956, è uno dei pionieri dell’era che ha portato alla nascita dei personal computer.
Un tempo era a capo di Microsoft in Giappone ed è l’inventore dello standard MSX, uno dei primi e più amati computer degli anni ’80.

A 66 anni, Nishi-San non ha intenzione di rinunciare al suo impegno per l’innovazione. È attivo in molti progetti, dalla costruzione di supercomputer più economici alla fondazione di un’università in Giappone.
L’Università Aperta della Catalogna ha recentemente invitato Nishi a Barcellona, nell’ambito delle celebrazioni per il 25° anniversario del programma di studi in Informatica, Multimedia e Telecomunicazioni.
Lì, ha presentato il modello aggiornato del microcomputer MSX, più di 30 anni dopo che è diventato disponibile al grande pubblico.
Oggi Nishi è una star, una fonte d’ispirazione per tutti gli appassionati di programmazione e ingegneria informatica. Imprenditore di successo che trova la sua vera vocazione nel giocare con le righe di codice, ha l’aura profetica di chi ha capito, prima di chiunque altro, che la tecnologia deve avvicinarsi il più possibile alle persone.
Nell’intervista abbiamo appreso da Mister Nishi alcune informazioni aggiuntive che non erano ancora state rivelate fino ad ora. Ci auguriamo che questo articolo serva da punto di riferimento per coloro che esitano ancora nel sostenere questo crowdfunding.

Taka: – Mr. Nishi per me è una specie di leggenda. Un creatore ed innovatore che per 30 anni ha lavorato nel settore PC/IT Perché ha smesso di sviluppare MSX 30 anni fa?
Nishi: – Nel 1983, IBM stava promuovendo il proprio computer, ma era ancora molto costoso e ho sentito il bisogno di creare una soluzione domestica più economica. Ecco come è nato MSX. Tuttavia, ero in Microsoft e un’azienda non può supportare due prodotti concorrenti. Pertanto, la macchina IBM è diventata popolare perché era più potente, quindi gli investimenti sono aumentati e i prezzi sono diminuiti. Nel 1993, MSX non era più redditizio, quindi ho smesso di svilupparlo.

T: – Il successo del retrogaming e il nuovo mercato dei nostalgici hanno qualcosa a che fare con il suo ritorno?
N: – No, ci sono cose nuove qui. Nel 1980 nasce il personal computer. Nel 2000, lo SMARTPHONE. Ogni 20 anni nasce un nuovo tipo di computer. Dal 2020 è il momento dell’IoT (Internet of Things). La mia idea è quella di produrre un MSX molto compatto che sia collegabile ai sensori IoT: questo è il nuovo MSX0, al prezzo di circa $150. L’anno prossimo rilascerò l’MSX3, che sarà collegabile al televisore. E poi, l’MSX Turbo, che sarà un super-computer. Voglio offrire una soluzione più semplice rispetto ai nostri concorrenti. Uso il linguaggio [di programmazione] BASIC, che è vecchio, ma ancora valido e facile da usare. Inoltre, non mi piacciono i videogiochi.

Nishi, Bill Gates e Paul Allen

T: – Perché il suo prodotto non è diventato lo standard internazionale a cui aspirava?
N: – Gli Stati Uniti erano il mercato dei computer Commodore. La Gran Bretagna era di [ZX] Spectrum. Sono stato molto fortunato in Spagna, Olanda, Italia e America Latina. Mi occupavo del design e i designer in genere non si preoccupano del marketing. Ora sono responsabile di tutto per il prossimo modello di MSX e viaggerò per tutta Europa per parlare del progetto.

T: – Dopo tanti anni, la sua passione non sembra venir meno. Qual è il segreto?
N: – Tutti nascono con una missione data da Dio… ma nessuno sa cosa sia. Certo, sarebbe più facile nascere con un pezzo di carta che ti dice quale sarà la missione! Invece siamo tutti in viaggio per trovarlo. Non so se è la mia missione, ma forse il mio talento è l’ingegneria. In Microsoft ho fatto due grandi cose: MS-DOS (Microsoft Disk Operating System) – con estensione GW-BASIC e BASIC – e definire la tastiera e il mouse di Windows, oltre a collegare il CD-ROM. Questo è tutto merito mio.
Dopo Microsoft, ho fatto molti soldi con la mia azienda lavorando sulle CPU e ho anche fondato la comunità mondiale per il formato di compressione video MPEG. Quando ho compiuto 60 anni, mi sono chiesto cosa avrei fatto dopo. Ho capito che la mia prossima sfida sarebbe stata l’IoT.

T: – Si è mai pentito di aver lasciato Microsoft nel 1985?
N:- Nella vita ci sono cambiamenti positivi o negativi, ma sono sempre una tua decisione. Ero molto vicino a Bill Gates: controllavo il Giappone per conto dell’azienda e facevo solo rapporto a lui. Ma c’erano altri burocrati che volevano prendere il mio posto. Spesso, quando le aziende diventano grandi, si riempiono di burocrati ambiziosi. Ho deciso di non combattere e me ne sono andato. Se fossi rimasto in Microsoft, ora avrei almeno un decimo di ciò che possiede Bill Gates. Ho sofferto per circa 10 anni dopo quella decisione. Ma poi mi sono ripreso e ho reso pubblica la mia azienda. Ho guadagnato circa 300 milioni di dollari: non è abbastanza? Per un po’ ho pensato che non fosse abbastanza, ma lo era. Voglio dire, ho quattro elicotteri, una Rolls-Royce, una Bentley. Quindi, sono felice.

T: – È questa la sua idea di felicità?
N: – Tutti sono alla ricerca della felicità. E poi le persone sentono che i soldi possono comprare la felicità. Ci sono tantri modi di essere felici che ho scoperto: realizzare il proprio sogno, essere famosi, fare un buon lavoro, diventare famosi. Tonnellate di denaro. Ma se cerchi solo soldi, potere e fama, non hai limiti. Con i beni, devi essere mentalmente consapevole, devi avere gratitudine. I monaci in Tibet sono più felici delle persone che vivono con molto. Forse la coesistenza di queste cose può rendere le persone estremamente felici.

Il prototipo del MSX0

T: – Tornando al presente: cosa pensa della crisi delle Big Tech?
N: – Elon Musk ha licenziato tre quarti dei dipendenti di Twitter, ma l’azienda è ancora in funzione. Tutti sanno che Big Tech è piena di lavoratori pigri, perché le aziende sono così redditizie che se lo possono permettere. Il management è stato molto generoso nel corso degli anni: che tu lavori o meno, non importa, rilassati. Ora, a causa dell’estrema disciplina e dell’atteggiamento di Elon Musk, queste aziende stanno licenziando le persone come un gesto, per dimostrare che stanno facendo uno sforzo. La verità è che in ogni azienda, scuola o comunità, almeno il 10% del personale è improduttivo.

T: – Cosa ne pensi di ChatGPT?
N: – Il mio professore al MIT, Marvin Minsky (uno dei pionieri nella ricerca sull’IA), ha sempre detto che è meglio non fare affari basandosi su AI. Ma ora sta diventando molto popolare. Il paese più avanzato è la Cina, mentre gli Stati Uniti cercano disperatamente di recuperare. Non so cosa accadrà, ma ChatGPT è ancora molto, molto stupido.
Quando leggo i testi che produce, rido sempre. Detto questo, è solo questione di tempo… le macchine diventeranno molto intelligenti tra 10 o 20 anni. Personalmente, però, non sono molto interessato. Mi restano ancora circa 20 anni di lavoro e voglio dedicarne metà all’IoT e metà ai super-computer.

T: – Cosa ha in mente per i super-computer?
N: – Molte persone leggono e sentono parlare di super-computer, ma quasi nessuno li ha toccati, perché sono incredibilmente costosi. Se potessi produrne uno al prezzo di un’auto, tutti potrebbero usarlo. Forse non ne avremmo uno in ogni casa, ma ne avremmo uno in ogni università o laboratorio. Per inciso, i super-computer usano ancora il linguaggio Fortran 77, che ha 45 anni. Dobbiamo avvicinarli alle persone, in modo che possano pensare a nuovi linguaggi per l’IA.

T: – Sta ancora imparando?
N: – Ho dovuto abbandonare l’università perché dovevo avviare la mia azienda. Quando ho potuto ho provato a rientrare, ma il sistema universitario non lo ha permesso. Alla fine, ho terminato il mio dottorato di ricerca all’età di 60 anni e mi è stato offerto un posto di insegnante presso l’Università di Tokyo. Insegno da cinque anni. Ora devo andare in pensione, ma ho deciso di costruire la mia università investendo tutti i soldi che ho. Spero di raggiungere questo obiettivo entro il 2025: sarà la mia più grande sfida. L’innovazione non dipende dall’età fisica, ma dall’età mentale e dal cuore. La giovinezza non è un periodo specifico della vita: puoi rimanere giovane cambiando il tuo modo di pensare.

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